Le zone umide sono ambienti ad elevata diversità biologica che svolgono ruoli importantissimi per il nostro pianeta: solo per citarne alcuni, queste aree assorbono le piogge in eccesso, arginando il rischio inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo al minimo la penuria d’acqua nonché immagazzinano elevate quantità di carbonio, sottraendolo all’atmosfera. In Italia le zone umide d’importanza internazionale riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione di Ramsar sono 57, distribuite in 15 Regioni, per un totale di 73.982 ettari; sono 9, invece, quelle in fase di istituzione: complessivamente si contano 66 zone umide sul territorio nazionale.
Tuttavia, le crescenti pressioni sui corpi idrici sia di natura antropogenica, sia causate dai cambiamenti ambientali, hanno portato le acque interne a diventare il bioma più minacciato del pianeta, tanto che la perdita di biodiversità legata agli ecosistemi acquatici è drammaticamente più elevata rispetto a quella degli ecosistemi terrestri.
Le popolazioni di vertebrati d’acqua dolce risultano in diminuzione con un tasso più del doppio rispetto a quello dei vertebrati terrestri e marini, aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici e dall’incremento dell’utilizzo di risorse idriche per l’agricoltura, l’industria e la produzione di energia.
Tra queste, anche la trota mediterranea, alla cui conservazione sono indirizzate le Linee Guida STREAMS, è una specie che si trova in uno stato Critico di conservazione (CR – www.iucn.it).
La trota mediterranea rappresenta un elemento fondamentale degli ecosistemi acquatici per il suo ruolo al vertice delle reti trofiche dei corsi d’acqua appenninici e collinari a portata irregolare, stagionalmente soggetti a periodi di forte magra o di piena improvvisa, ed è sottoposta agli effetti di molteplici pressioni antropiche, tra cui le cospicue immissioni di trote alloctone, le captazioni idriche, le alterazioni e il degrado degli habitat fluviali e dei cambiamenti climatici.
Nell’ambito del nostro progetto sono state definite le “Linee Guida Nazionali per la conservazione della trota mediterranea”, la cui elaborazione è stata coordinata da ISPRA in collaborazione con l’Università di Perugia. Tali Linee Guida verranno presentate e condivise con enti coinvolti nella gestione e conservazione dei popolamenti ittici e dei fiumi in incontri organizzati a partire da aprile fino a giugno 2023, per un opportuno coinvolgimento di tutti gli attori responsabili e fruitori di questi ambienti e dei servizi ecosistemici da essi forniti.