LIFE Streams prevede in Sardegna l’utilizzo di due incubatoi mobili. Uno sarà posizionato nella Zona Speciale di Conservazione (ZSC) del Monte Linas – Marganai e l’altro nella ZSC Monte Limbara. In entrambe le aree sono state trovate delle popolazioni di trota autoctona con livelli medio-bassi di ibridazione con ceppi allevati di trota atlantica (rispettuvamente Rio Cannisoni e un affluente del Rio Salauna): le due popolazioni possono quindi costituire sorgenti per la selezione di riproduttori autoctoni da utilizzare negli incubatoi mobili.
Ora vi spieghiamo il perché, in queste zone, andremo alla ricerca di riproduttori in popolazioni ibride, quando in Sardegna conosciamo diverse popolazioni autoctone pure.
Nella ZSC Monte Linas – Marganai è nota la popolazione pura del Rio Piras (Carta Ittica regionale). Tuttavia, questa fa parte di un bacino idrografico diverso da quello del Rio Cannisoni e si trova sul versante opposto del Monte Linas. La trota autoctona mostra differenze genetiche sostanziali anche tra sottobacini idrografici adiacenti e la sua gestione e tutela va fatta dunque cercando il più possibile di salvaguardare la diversità genetica delle popolazioni presenti nei diversi sottobacini idrografici (che costituiscono di fatto unità gestionali differenti).
Ad oggi non possiamo sapere quanto questa diversità genetica abbia significato adattativo, pertanto sarebbe incauto traslocare trote da un sottobacino idrografico ad un altro. Cerchiamo allora di migliorare lo stato delle popolazioni autoctone presenti nei sottobacini idrografici interessati dal progetto, con particolare riferimento a popolazioni di trote che hanno ancora una buona componente autoctona, ma sono probabilmente ancora minacciate dai ripopolamenti effettuati con ceppi allevati di trota atlantica.
Selezioneremo dunque i riproduttori autoctoni dalle due popolazioni ibride. Considerate le ridotte dimensioni delle due popolazioni (qualche centinaio di trote adulte), nel mese di dicembre del 2022 e 2023 con l’elettrofishing verranno catturati un massimo di 30 riproduttori per popolazione, marcati con microchip ed elastomeri, fotografati, pesati e misurati. Ad ognuno sarà prelevato un campione di tessuto per la caratterizzazione genetica. I riproduttori saranno quindi stabulati in vasche circolari e sottoposti a spremitura a secco delle uova e prelievo del seme di diversi maschi.
I riproduttori che risulteranno autoctoni dalle analisi genetiche saranno rilasciati nel punto di cattura a gennaio, al termine delle operazioni di fecondazione. I riproduttori alloctoni o ibridi non saranno utilizzati per la riproduzione e saranno rilasciati a valle dell’ultima barriera fisica che separa le popolazioni sulle quali stiamo intervenendo.
Contiamo di produrre alcune centinaia di avannotti all’anno per incubatoio. Quanto basta, speriamo, per incrementare la percentuale di trote autoctone all’interno di popolazioni così piccole. Gli avannotti saranno rilasciati in tratti di torrente dove saranno fatte prove di pesca selettiva con l’obiettivo di ridurre la componente alloctona o verranno utilizzati per ripristinare popolazioni autoctone in torrenti adiacenti dove la trota si è estinta localmente (Rio d’Oridda nella ZSC Monte Linas – Marganai).
Infine, gli incubatoi sono mobili, ovvero possono essere trasportati da un’area di intervento all’altra. Le attività di allevamento e selezione di un parco riproduttori in cattività presentano sempre il rischio di selezionare trote adattate alle condizioni dell’incubatoio e non necessariamente adattate all’ambiente selvatico. Pertanto, gli incubatoi sono utilizzati per interventi di conservazione definiti e temporanei e poi spostati in altre aree dove si ritiene potenzialmente utile l’intervento.