Nel Parco di Montemarcello-Magra-Vara lo scorso 22 settembre lo staff tecnico ha operato sia sul Borsa che sul Rio di Agnola, entrambi con acque di categoria A (salmonicole).
In base a quanto stabilito dalla carta ittica della Provincia delle Spezia, l’intero torrente Borsa è una risorsa preziosa per il bacino Magra-Vara: il primo tratto, che si diparte dalla confluenza con il fiume Vara, è di circa 5.300 m ed è stato identificato come “percorso naturalistico”. Questo significa che in esso vige una regolamentazione della pesca differenziata, con norme un po’ più restrittive del consueto. I percorsi naturalistici, ai fini gestionali, fungono da zone per l’accrescimento di riproduttori autoctoni.
Seguono poi circa 1.900 m di Zona di ripopolamento e cattura, dove è avvenuto il campionamento di 95 trote e 32 vaironi. La parte più a monte – non più il torrente Borsa, ma già Orbara – è invece Zona di protezione. In entrambe queste ultime vige il divieto di pesca.
Il Rio di Agnola è stato inserito nel progetto perché nel 2002 vi erano stati trovati individui di trota mediterranea risultati geneticamente pressoché puri. Questo dato è stato in seguito confermato con le indagini genetiche effettuate grazie a un progetto di conservazione su S. cettii della Provincia della Spezia (2003-2011).
Nell’Agnola sono state catturate 42 trote, 17 vaironi e 3 anguille.