Mercoledì 15 luglio 2020 si è svolta in Sardegna la prima giornata di campionamento e formazione pratica prevista dal nostro progetto. Più precisamente ci trovavamo nel Rio Flumineddu, presso la Foresta Demaniale di Montes, Orgosolo (NU).
Durante la giornata sono stati mostrati dall’Università di Perugia metodi, strumenti e schede di campo da utilizzare per i campionamenti delle trote, per la descrizione dell’habitat e per il rilievo della portata e dei parametri chimico-fisici del corso d’acqua.
Per Forestas, ha partecipato il personale del Servizio tecnico e dei Servizi territoriali di Cagliari, Lanusei, Nuoro e Tempio, tutti coinvolti nel progetto. Era presente anche il project manager di Noesis per discutere lo stato di avanzamento del progetto nella regione Sardegna.
Il corso d’acqua del Flumineddu, affluente del fiume Cedrino, ricade in un’area di grande rilevanza ambientale inclusa nel Parco Nazionale del Gennargentu e nel SIC/ZPS Supramonte di Oliena, Orgosolo, Urzulei-Su Suercone.
Il fiume, nel suo tratto montano (Comuni di Orgosolo, Urzulei, Talana e Villagrande Strisaili) è un importante rifugio genetico della trota mediterranea autoctona in Sardegna, con trote che risultano geneticamente pure (Carta Ittica Regionale 2019). Come molti corsi d’acqua mediterranei, numerosi tratti vanno in secca durante la stagione estiva. È forse proprio questa frammentazione naturale del corso d’acqua, che attraversa una vasta area calcarea, che ha consentito a questa popolazione di evitare l’ibridazione con trote atlantiche, la cui introduzione è tra le cause principali del declino della specie, anche in Sardegna.
Nel corso del campionamento sono state catturate oltre 150 trote in un tratto di torrente di circa 100 metri, a dimostrazione dell’abbondanza della popolazione. La temperatura dell’acqua era di circa 21°, piuttosto alta per la specie. Tuttavia, durante la giornata sono state rinvenute trote anche in pozze piuttosto isolate e con temperature superiori. La presenza di una popolazione abbondante in queste condizioni suggerisce che la specie autoctona è in grado di sopravvivere in tratti isolati, con temperature delle acque relativamente alte e quantità di ossigeno disciolto relativamente basse.
Altre specie o popolazioni di trote non hanno queste caratteristiche: anche per questo motivo non è opportuno utilizzare trote alloctone per i ripopolamenti. L’utilizzo di trote provenienti da altri contesti ambientali può infatti abbassare il livello di adattamento della specie al suo habitat, riducendo la consistenza delle popolazioni e mettendo a rischio la sopravvivenza della specie stessa.
Nel complesso una giornata proficua e interessante, all’insegna dello studio, dello scambio di conoscenze, della collaborazione e, soprattutto, della tutela della trota Mediterranea.